Illuminare la via…questo dovremmo apprendere durante il nostro percorso di vita…
Illuminare nel senso di essere di supporto a chi ci sta vicino…con l’unico scopo di dare…darsi…spendersi per farlo sentire importante, amato, guidato….senza chiedere nulla…
Faro di Jandia – Fuerteventura
Perché per quanto agitato possa essere il mare, sapere di avere dei punti fissi di riferimento che allentano le tensioni dovute ai pericoli, fa la differenza…
A proposito del suo celebre romanzo dal titolo “Gita al Faro”, l’autrice Virginia Woolf scrive: <<Fino a quarant’anni e oltre fui ossessionata dalla presenza di mia madre. Poi un giorno, mentre attraversavo Tavistock Square, pensai al faro: con grande, involontaria urgenza. […] Scrissi il libro molto rapidamente, e quando l’ebbi scritto, l’ossessione cessò>>
Quindi il faro in questo caso come figura genitoriale, che dovrebbe rappresentare per antonomasia il simbolo dell’amore incondizionato e del concetto di ‘guida affidabile’.
…e non a caso il faro rimanda direttamente all’idea del mare, dell’ignoto…e della ricerca…dell’altro ma anche e soprattutto di sé…
…la necessità di andare nelle profondità degli abissi per riemergere cambiati da un viaggio catartico che ha come unico scopo quello di capire, di capirsi…arrivando col tempo a diventare fari di se stessi…
..perché per illuminare il prossimo, prima di tutto è necessario trovare la luce che illumina la nostra anima…
“Luce o ombra?”…se vi chiedessi di scegliere tra una delle due, che cosa mi rispondereste?
Per una buona parte della mia vita, mosso da una visione fissa e statica di ciò che “avrebbe dovuto essere”, vi avrei risposto senza alcuna esitazione: “luce”…spinto da una visione del mondo statica che mi imponeva di gridare a me stesso e agli altri:
“così deve andare la vita!…”
…poi i minuti mi sono scorsi sotto i piedi fino ad arrivare vicino alla soglia dei 50 e…oggi mi domando sempre più spesso e volentieri:
“così deve andare la vita secondo quale punto di vista, secondo chi?”…
…insomma non sono più tanto convinto che tutto ciò che è ben illuminato, dai contorni decisi e ben evidenti, corrisponda al “vero” e ciò che sta nell’ombra, con contorno per così dire slabbrati, sia qualcosa di fumoso e quindi falso…
…se la luce è luce, è anche perché un po’ qui e un po’ lì ci sono dei coni d’ombra dentro cui ci si può nascondere con l’intento di ristorare l’anima, togliendoci al contempo di dosso quella bacchettona e a volte insopportabile infallibilità che la luce impone…la stessa luce che, rivolgendosi al buio lo chiama “tenebra” in modo quasi dispregiativo e forse per pararsi un po’ il fondoschiena…perché la luce esige rigore..esige slogan..esige fede..cieca…bieca…sempre e comunque…
…ho cominciato, per così dire, ad apprezzare l’incertezza…a dire più spesso a me stesso e al prossimo: “boh! Non lo so...” e dentro a quella incertezza ho trovato l’energia che mi dà la motivazione per crescere e migliorare…diffidando e rinnegando chi crede di avere sempre e comunque in tasca la verità…e a tutti i costi la difende…per principio…
…e allora, siccome ho capito di amare gli outsider sempre e comunque…viva le tenebre…viva gli angoli di buio dentro cui dubitare..di se stessi in primis e poi di tutto ciò che è troppo evidente e che della propria evidenza fa un credo che va imposto…viva l’alternanza di luce e di ombra…
….viva chi continua a lottare, forte delle proprie incertezze, nel tentativo di accendere quel tipo di luce che nasce e si forgia nel buio e che rende speciale l’esistenza di ognuno di noi…la luce interiore!