Illuminare la via…questo dovremmo apprendere durante il nostro percorso di vita…
Illuminare nel senso di essere di supporto a chi ci sta vicino…con l’unico scopo di dare…darsi…spendersi per farlo sentire importante, amato, guidato….senza chiedere nulla…

Perché per quanto agitato possa essere il mare, sapere di avere dei punti fissi di riferimento che allentano le tensioni dovute ai pericoli, fa la differenza…
A proposito del suo celebre romanzo dal titolo “Gita al Faro”, l’autrice Virginia Woolf scrive: <<Fino a quarant’anni e oltre fui ossessionata dalla presenza di mia madre. Poi un giorno, mentre attraversavo Tavistock Square, pensai al faro: con grande, involontaria urgenza. […] Scrissi il libro molto rapidamente, e quando l’ebbi scritto, l’ossessione cessò>>
Quindi il faro in questo caso come figura genitoriale, che dovrebbe rappresentare per antonomasia il simbolo dell’amore incondizionato e del concetto di ‘guida affidabile’.
…e non a caso il faro rimanda direttamente all’idea del mare, dell’ignoto…e della ricerca…dell’altro ma anche e soprattutto di sé…
…la necessità di andare nelle profondità degli abissi per riemergere cambiati da un viaggio catartico che ha come unico scopo quello di capire, di capirsi…arrivando col tempo a diventare fari di se stessi…
..perché per illuminare il prossimo, prima di tutto è necessario trovare la luce che illumina la nostra anima…